Veglia Pasquale (3.4.’021).
Tre letture; Rm. 5, 3 – 11; Mc. 16, 1 – 7.
Il traguardo che la Chiesa, soprattutto partendo dalla Liturgia, pone al termine della Quaresima è la celebrazione del Triduo Santo, culminante nella Pasqua di Risurrezione. Abbiamo celebrato il Giovedì Santo con la s. Messa in Coena Domini, nella Cena del Signore; abbiamo vissuto il Venerdì Santo adorando la morte del Signore, che offre la sua vita per la nostra salvezza. Ora stiamo celebrando la Veglia pasquale, con i suoi riti singolari, che richiamano l’opera di Dio dalla creazione alla redenzione, alla vita eterna, a cui siamo destinati. Non è difficile cogliere che tra il tramonto del Venerdì Santo e questa Veglia pasquale sta un vuoto, che ha un preciso significato. Un autore dei primi tempi della Chiesa, pensando ad esso scrive: che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Quando Gesù è stato posto nel sepolcro, la folla se n’è andata. Sono rimaste solo poche donne, che osservavano da lontano. Poco dopo sono arrivate anche alcune guardie, inviate dai sacerdoti, con il compito di impedire che quel corpo fosse trafugato. Poche persone, ma certamente cariche di tante domande. Forse le guardie incuriosite o infastidite; le donne incuriosite o piene di speranza, oltre che con un cuore gonfio che voleva onorare quel corpo di uno da cui avevano avuto tanto. Nella luce delle letture che abbiamo ascoltato, anche noi possiamo farci alcune domande, che ci permettono di ritornare alle nostre case, alle nostre famiglie, alle nostre occupazioni con un atteggiamento nuovo, con un cuore nuovo, con una speranza nuova che ci pervade. Cosa è successo? Il mondo in cui viviamo è il regno di Colui che, morto, lo salutiamo risorto. Il regno di questo mondo, se è un regno percorso dal male, è però un regno voluto da Dio e amato da Dio. A noi viene posta la domanda, a cui fra poco risponderemo con il nostro rinnovo delle promesse battesimali: vogliamo far parte di questo mondo? E se sì, siamo pronti a morire al vecchio mondo, per vivere nel nuovo mondo, nel regno inaugurato da Cristo Signore? Se è un mondo nuovo, se è il mondo di Cristo Signore, dobbiamo credere che Cristo Signore può far nuove tutte le cose. Dobbiamo ascoltare Cristo Signore, che può far nuovo il nostro cuore. Possiamo vivere in autenticità il nostro battesimo, che ha realizzato in noi tutto questo. Sia la grazia che chiediamo in questa celebrazione al Signore.